Intervista a Don Biagio (Voce del Popolo)

 

Dalla Voce del Popolo del 12.01.12 a cura di Alice Gussoni

 Don Biagio Fontana è dal 1999 parroco della Madonna del Rosario, al Villaggio Badia. Recentemente è stato nominato parroco di Ognissanti, a Lograto, dove prenderà il posto di don Domenico Amidani. Il suo ingresso nel paese della bassa bresciana è previsto nella prima metà di febbraio.

Quali sono stati i lati positivi della sua ultima esperienza parrocchiale?

Senza dubbio, l'accoglienza e la collaborazione delle persone del quartiere, lo spirito di aggregazione che permane negli anni.

 

 

Ci sono state anche difficoltà o aspetti meno positivi in questi dodici anni di parrocchiato?

 

 

Inizialmente c'è stata qualche difficoltà nella gestione del ruolo di parroco, curato e sacrista: le persone erano abituate a vedere figure diverse, perciò al primo impatto è stato sicuramente un po' complicato abituarle ad un'idea diversa. Tuttavia, anche questo ostacolo è stato utile per superare le divisioni che potevano essersi create nel corso del tempo.

 

Per quanto riguarda il percorso di catechesi con i ragazzi e gli adulti, quali sono state le sue impressioni?

 

 

Sicuramente, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi, si è sentito l'effetto della secolarizzazione. Tuttavia, negli ultimi anni, anche grazie all'apporto delle Giornate Mondiali della Gioventù di Madrid e ancor più quella di Colonia del 2005 ho notato un risveglio della componente giovanile. In particolare, la Badia si sta ringiovanendo negli ultimi 7-8 anni: c'è stato l'arrivo di nuove famiglie e il ritorno di quelle che, magari, hanno preso il posto dei nonni scomparsi. In ogni caso, la situazione a livello di catechesi mi sembra allineata con quella delle altre parrocchie cittadine.

 

Pensando al suo prossimo incarico, cosa sa della realtà di Lograto?

 

 

Per ora ho ricevuto solo informazioni positive: pur non avendo esperienza diretta del territorio, so di una buona partecipazione e collaborazione della popolazione. Io sono nato in città e sono sempre stato parroco a Brescia, perciò dovrò affrontare una situazione diversa e per certi versi stimolante.

 

Quali sono le attenzioni pastorali che si prefigge di perseguire?

 

 

Dovendo ricoprire sia il ruolo di parroco sia di curato, cercherò innanzitutto di creare un rapporto di equilibrio tra la componente giovane e quella anziana della parrocchia, compensando le esigenze di tutti in modo da poter camminare insieme. Credo che sia fondamentale riuscire a costruire un cammino di unità privo di contrapposizioni.

 

Se dovesse presentarsi alla nuova comunità, come si descriverebbe?

 

 

Faccio un po' fatica a descrivermi [sorride, ndr] ma, a detta di altri, vengo definito come un sacerdote "anomalo", fuori dall'idea comune, perché cerco di creare anche uno spazio laicale all'interno della parrocchia. Per dirla in termini teologici, diciamo che cerco di valorizzare quello che si dice "battesimo comune".

 

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